domenica 22 febbraio 2009

Pipa no, consigli utili si

Buona sera Sign. Tarallo,

mi chiamo Elena Bonaccorsi e non sa quanto sono felice di averla "ritrovata" Un anno fa circa, mentre tornavo a Roma dalla calda Sicilia, lessi sul Corriere l'articolo su Kohnstamm in cui veniva citato e incuriosita feci una piccola ricerca su di lei,scoprendo il suo sito. Mi affascinò molto e lo misi tra i preferiti. Poi, la "morte" di quel pc mi fece perdere quell'importante link che avevo conservato perchè sapevo che prima o poi mi sarebbe tornato utile.
Da un paio di giorno ho iniziato a mettermi sulle sue traccie. Non ricordandomi il suo nome, procedevo per tentativi inutili su diversi canali di ricerca ma con vani risultati. Finchè oggi, tramite l'archivio del Corriere non faccio l'ennesimo tentativo e tra le righe di un articolo, quello di Kohnstamm per l'appunto, non compare il suo nome.La foto del sito ancora con la pipa in bocca mi conferma che
era lei la persona che cercavo. Ma perchè tanta allegria, si starà domandando?!?
Perché mi colpì tanto?!? Le spiego subito...
Adoro la creatività e adoro viaggiare. Tre anni fa da Messina venni a Roma per frequentare un master per copywriter, ma senza conoscere esattamente quale fosse il
mio obiettivo. Contemporaneamente continuai gli studi universitari alla facoltà di scienze politiche, scegliendo l'indirizzo in lingue straniere per la comunicazione
internazionale.
Ho vissuto questi due anni viaggiando parecchio, sia per piacere personale e sia per far parte di un'associazione universitaria che si occupa degli studenti Erasmus. Proprio all'interno di quest'associazione ho portato avanti diversi
progetti, tentando di fare del mio meglio per promuovere l'Italia.
Ho sviluppato un ars combinatoria delle mie passioni e mi sono inventata e, al momento promuovo, un concorso intitolato "un era(smus)per viaggiare: here today, gone
tomorrow".
Così, nel corso del tempo e dopo uno stage in un'agenzia pubblicitaria mi sono resa conto che era proprio quello il prodotto che mi sarebbe piaciuto valorizzare, la terra!
Probabilmente influenzata dall'amore per la terra che mi ha cresciuto, la Sicilia troppo spesso fraintesa e mal conosciuta e più pubblicizzata dalla cronaca piuttosto che dalla naturale bellezza che nasconde e che comunica sensazioni ed emozioni forti...probabilmente da tutto ciò ho capito che non c'è risorsa più bella da far conoscere: il mondo.
Così adesso, sempre con l'associazione di cui le parlavo prima stiamo portando avanti un altro progetto strettamente legato al territorio e alla sua valorizzazione.
Ecco dunque il perché la cercavo così spasmodicamente: sto per scrivere una piccola guida di un paesino della provincia di Messina e mi avrebbe fatto piacere ricevere da
lei qualche suggerimento da usare sul campo e poi quando avrò la penna e/o la tastiera davanti.
Sono comunque contenta di aver ritrovato il sito del signore con la pipa in bocca, già quello mi basta e avrei fatto prima a chiederle direttamente "trucchi e segreti di un
bravo reporter", ma penso che la prima regola di un bravo reporter sia farsi guidare dalle emozioni...
Spero di non averla annoiata.

Cordialmente,

Elena
elena@bonaccorsi.info

PS. Se le può interessare sapere di cosa parlo
www.esn.it
http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=iEDcgrOULIU

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Cara Elena,

è proprio sicura che sia io quel signore con la pipa? E' che non
ho mai fumato, tanto meno la pipa.
Forse la foto che mi ha fatto Andrea Pistolesi è poco chiara. Nelle mani tengo gli occhiali.
Comunque grazie lo stesso per le belle parole.

Questi i miei consigli per il suo lavoro:
1-ricerca accurato delle fonti e di quanto è già stato pubblicato
2-fare scaletta molto precisa
3-andare in loco e approfondire sul campo la ricerca
4-farsi condurre dal proprio istinto, sensibilità, curiosità
5-usare un linguaggio chiaro, semplice, comprensibile, accattivante
6-evitare frasi fatti del tipo "da non perdere" e termini inglesi come trendy ecc.
7-essere sintetici, "asciugare" da aggettivi, tagliare il superfluo e le scontate riflessioni personali
8-far vivere luoghi e persone senza retorica

Mi faccia sapere come è andato il suo lavoro. E se vuole me ne invii una copia (via Roma 74, 16030 Pieve Ligure, Genova)

Dimenticavo. Vada sul sito di Aba Ligri (www.abalibri.it). E' una piccola e giovane casa editrice di Genova che fa delle pubblicazioni interessanti. Insieme abbiamo messo a punto un format che è una nuova formula di comunicazione turistica molto mirata e essenziale.

Buon lavoro,

Pietro Tarallo

venerdì 13 febbraio 2009

Le inziative di Libertà e Giustizia contro l'attacco alla Costituzione di Berlusconi

Genova, 12 febbraio 2009


Ai soci e simpatizzanti genovesi
di “Libertà e Giustizia”


Gentili amici,

Inviamo la presente comunicazione alle persone che hanno aderito a “Libertà e Giustizia” e a quelle, tra chi ha seguito le attività del Circolo di Genova, che ci hanno lasciato i loro indirizzi e-mail.

Pensiamo che tutti abbiate apprezzato l’incredibile entità del consenso raccolto dall’Appello “Rompiamo il silenzio”: è la prova del fatto che esso ha risposto a un sentire diffuso. Il testo e le modalità di adesione on-line si trovano nel sito www.repubblica.it e nel sito www.libertaegiustizia.it, dove sono sempre disponibili anche tutte le informazioni sulle posizioni nazionali dell’Associazione e sulle iniziative dei suoi Circoli. Probabilmente quasi tutti i destinatari della presente comunicazione hanno già firmato, e ci auguriamo che essi siano attivi anche nello stimolo all’adesione di altri.

La mobilitazione sulle tematiche richiamate dall’Appello rende sempre più necessario fornire, nelle diverse realtà territoriali, forme e occasioni di partecipazione a chi si sente legato ai valori in esso richiamati. Il Circolo di Genova lo sta facendo con il ciclo sui Diritti. Si è discusso, il 2 scorso, sul Diritto all’Istruzione con Giovanni Bachelet; proseguiremo il 26 febbraio (ore 17.30, Sala di Rappresentanza di Palazzo Tursi) sul Diritto alla Cittadinanza con Gad Lerner, Giuliano Pisapia e Sandra Bonsanti, e successivamente con altri dibattiti. Il 9 marzo avremo la presentazione del libro di Stefano Rodotà sulla Laicità, con l’Autore in dialogo con Guido Alpa, Enzo Roppo, Adriano Sansa.

Vorremmo anche dare una maggiore consistenza al Circolo come momento associativo, trovando occasioni di maggiore reciproca conoscenza e collaborazione tra le persone che a Genova seguono le nostre attività o comunque si sentono ad esse vicine. A tal fine sarebbe molto utile, e gradito, che ci venisse restituita compilata la scheda allegata.

Con i migliori saluti

I coordinatori del Circolo di Genova

Recensione Guida Guatemala-Belize su Bari Sera del 9 febbraio

Il Guatemala e Belize nella guida di Piero Tarallo

Pietro Tarallo
Guatemala Belize
Ulysse Moizzi
pagg. 208, e 16,50 euro

Guatemala e Belize, due Paesi profondamente dissimili anche se legati in parte da
una storia comune e da una totale contiguità geografica di ambienti e territori incontaminati.
In Guatemala si rimane incantati dinanzi all’impenetrabile foresta del Petén che racchiude come uno scrigno prezioso i gioielli più rari della civiltà maya, fra cui la splendida Tikal. Mentre si è sedotti dall’enigmatica malía degli indios, dalle loro tradizioni, dai loro fantasiosi e variopinti costumi e dalla
loro storia millenaria.
Popoli che vivono in villaggi fuori dal tempo sugli altopiani, nella selva e sulle montagne,circondati da splendidi paesaggi.Puzzle di etnie orgogliose delle proprie tradizioni e della propria cultura che da sempre difendono con caparbietà e determinazione contro le violenze perpetrate da una classe politica poco incline ad accettare i principi della democrazia.Popolazioni che indossano ancora oggi splendidi costumi, tessuti a mano, dai variopinti colori, simbolo della loro identità.
Mentre le acque turchesi del Mare dei Caraibi sono tempestate dalle isole coralline
del vicino Belize.Sono i famosi cayos, Eden incantato, isolati nel mare turchese, ultimo paradiso sognato da chi ama lo scuba diving e snorkelling proprio
per le loro acque particolarmente trasparenti e la straordinaria barriera corallina
che li circonda, dove nuotano gli squali più feroci e i pesci più colorati. L’interno, assediato dalla foresta tropicale, regno dei giaguari e di un numero incredibile di uccelli, custodisce ancora siti maya poco conosciuti e villaggi
fuori del tempo.
La guida Guatemala e Belize di Pietro Tarallo, scrittore e giornalista (www.pietrotarallo.it), con decine di pubblicazioni al suo attivo, racconta per parole e immagini i due paesi svelandone gli intriganti misteri e le strepitose bellezze.
Michele Traversa

domenica 8 febbraio 2009

Sito parigino doc

Massimo Quaini segnala questo magnifico sito di informazione parigino: www.amnistia.net,
fondato, sembra, da vecchi rifugiati italiani (Porsia e Balocco) che fanno inchieste esemplari sulla speculazione edilizia in Corsica e diffondono anche dossier contro Berlusconi. Con grande perizia nella lettura delle carte del futuro Piano di sviluppo sostenibile hanno colto con le mani nel sacco il presidente della Giunta regionale, l'assessore all'ambiente e quello all'urbanistica preoccupati di declassare i loro terreni per renderli edificabili.

Fateci un giro è fatto molto bene.

Pietro

Caso Englaro emolto di più...

Adriana mi ha scritto quanto segue. Addolorato e indignato come lei, spero che qualcuno raccolga il suo invito a prendere una posizione contro l'operato di Berlusconi.

Pietro

Carissimi

Vi allego l’articolo odierno di Scalfari su Repubblica. Sicuramente lo avrete visto, ma credo che, indipendentemente dall’attuale tragedia, sia importante prendere coscienza delle considerazioni che fa circa l’uso politico del caso. Berlusconi sente il dovere di governare con “incisività e rapidità”, questo vuol dire che si vuole liberare dei laccioli della Costituzione. Tutto ciò che sta accadendo ultimamente ci porta in modo radicale verso un cambio drammatico e, forse, plebiscitario (si aspira a questo) del nostro ordinamento. Non c’è una forza di opposizione che può realmente contrastare questa deriva, solo noi cittadini, UNITI, possiamo e dobbiamo prendere in mano la nostra vita facendo veramente sentire la nostra voce. Parliamone tanto tra noi e con gli altri. Vediamoci, cerchiamo di fare qualcosa!
A presto

Adriana
adrianaalimonda@yahoo.it

NON POTEVA ESSERCI SCEMPIO PIU’ ATROCE
di EUGENIO SCALFARIi

Il caso Englaro appassiona molto la gente poiché pone a ciascuno di noi i problemi della vita e della morte in un modo nuovo, connesso all'evolversi delle tecnologie.
Interpella la libertà di scelta di ogni persona e i modi di renderla esplicita ed esecutiva. Coinvolge i comportamenti privati e le strutture pubbliche in una società sempre più multiculturale. Quindi impone una normativa per quanto riguarda il futuro che garantisca la certezza di quella scelta e ne rispetti l´attuazione.
Ma il caso Englaro è stato derubricato l´altro ieri da simbolo di umana sofferenza e affettuosa pietà ad occasione politica utilizzabile e utilizzata da Silvio Berlusconi e dal governo da lui presieduto per raggiungere altri obiettivi che nulla hanno a che vedere con la pietà e con la sofferenza. Non ci poteva essere operazione più spregiudicata e più lucidamente perseguita.
Condotta in pubblico davanti alle televisioni in una conferenza stampa del premier circondato dai suoi ministri sotto gli occhi di milioni di spettatori.
Non stiamo ricostruendo una verità nascosta, un retroscena nebuloso, una opinabile interpretazione. Il capo del governo è stato chiarissimo e le sue parole non lasciano adito a dubbi. Ha detto che «al di là dell´obbligo morale di salvare una vita» egli sente «il dovere di governare con la stessa incisività e rapidità che è assicurata ai governanti degli altri paesi». Gli strumenti necessari per realizzare quest'obiettivo indispensabile sono «la decretazione d´urgenza e il voto di fiducia»; ma poiché l´attuale Costituzione semina di ostacoli l´uso sistematico di tali strumenti, lui «chiederà al popolo di cambiare la Costituzione».

La crisi economica rende ancor più indispensabile questo cambiamento che dovrà avvenire quanto prima.
Non ci poteva essere una spiegazione più chiara di questa. Del resto non è la prima volta che Berlusconi manifesta la sua concezione della politica e indica le prossime tappe del suo personale percorso; finora si trattava però di ipotesi vagheggiate ma consegnate ad un futuro senza precise scadenze. Il caso Englaro gli ha offerto l´occasione che cercava.
Un´occasione perfetta per una politica che poggia sul populismo, sul carisma, sull'appello alle pulsioni elementari e all´emotività plebiscitaria.
Qui c´è la difesa di una vita, la commozione, il pianto delle suore, l´anatema dei vescovi e dei cardinali, i disabili portati in processione, le grida delle madri. Da una parte. E dall´altra i «volontari della morte», i medici disumani che staccano il sondino, gli atei che applaudono, i giudici che si trincerano dietro gli articoli del codice e il presidente della Repubblica che rifiuta la propria firma per difendere quel pezzo di carta che si chiama Costituzione.
Quale migliore occasione di questa per dare la spallata all'odiato Stato di diritto e alla divisione dei poteri così inutilmente ingombrante? Non ha esitato davanti a nulla e non ha lesinato le parole il primo attore di questa messa in scena. Ha detto che Eluana era ancora talmente vitale che avrebbe potuto financo partorire se fosse stata inseminata. Ha detto che la famiglia potrebbe restituirla alle suore di Lecco se non vuole sottoporsi alle spese necessarie per tenerla in vita.
Ha detto che i suoi sentimenti di padre venivano prima degli articoli della Costituzione. E infine la frase più oscena: se Napolitano avesse rifiutato la firma al decreto Eluana sarebbe morta.
Eluana scelta dunque come grimaldello per scardinare le garanzie democratiche e radunare in una sola mano il potere esecutivo e quello legislativo mentre con l´altra si mette la museruola alla magistratura inquirente e a quella giudicante.
Questo è lo spettacolo andato in scena venerdì. Uno spettacolo che è soltanto il principio e che ci riporta ad antichi fantasmi che speravamo di non incontrare mai più sulla nostra strada. * *
Ci sono altri due obiettivi che l´uso spregiudicato del caso Englaro ha consentito a Berlusconi di realizzare.
Il primo consiste nella saldatura politica con la gerarchia vaticana; il secondo è d´aver relegato in secondo piano, almeno per qualche giorno, la crisi economica che si aggrava ogni giorno di più e alla quale il governo non è in grado di opporre alcuna valida strategia di contrasto. Dopo tanto parlare di provvedimenti efficaci, il governo ha mobilitato 2 miliardi da aggiungere ai 5 di qualche settimana fa. In tutto mezzo punto di Pil, una cifra ridicola di fronte ad una recessione che sta falciando le imprese, l´occupazione, il reddito, mentre aumentano la pressione fiscale, il deficit e il debito pubblico. Di fronte ad un´economia sempre più ansimante, oscurare mediaticamente per qualche giorno l´attenzione del pubblico depistandola verso quanto accade dietro il portone della clinica «La Quiete» dà un po´ di respiro ad un governo che naviga a vista.
Quando crisi ingovernabili si verificano, i governi cercano di scaricare le tensioni sociali su nemici immaginari. In questo caso ce ne sono due: la Costituzione da abbattere, gli immigrati da colpire «con cattiveria».
Il Vaticano si oppone a quella «cattiveria» ma ciò che realmente gli sta a cuore è mantenere ed estendere il suo controllo sui temi della vita e della morte riaffermando la superiorità della legge naturale e divina sulle leggi dello Stato con tutto ciò che ne consegue. Le parole della gerarchia, che non ha lesinato i complimenti al governo ed ha platealmente manifestato delusione e disapprovazione nei confronti del capo dello Stato ricordano più i rapporti di protettorato che quelli tra due entità sovrane e indipendenti nelle proprie sfere di competenza. Anche su questo terreno è in atto una controriforma che ci porterà lontani dall´Occidente multiculturale e democratico.

* * *
Nel suo articolo di ieri, che condivido fin nelle virgole, Ezio Mauro ravvisa tonalità bonapartiste nella visione politica del berlusconismo. Ha ragione, quelle somiglianze ci sono per quanto riguarda la pulsione dittatoriale, con le debite differenze tra i personaggi e il loro spessore storico.
Ci sono altre somiglianze più nostrane che saltano agli occhi. Mi viene in mente il discorso alla Camera di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925, cui seguirono a breve distanza lo scioglimento dei partiti, l´instaurazione del partito unico, la sua identificazione con il governo e con lo Stato, il controllo diretto sulla stampa. Quel discorso segnò la fine della democrazia parlamentare, già molto deperita, la fine del liberalismo, la fine dello Stato di diritto e della separazione dei poteri costituzionali.
Nei primi due anni dopo la marcia su Roma, Mussolini aveva conservato una democrazia allo stato larvale. Nel novembre del ´22, nel suo primo discorso da presidente del Consiglio, aveva esordito con la frase entrata poi nella storia parlamentare: «Avrei potuto fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli».
Passarono due anni e non ci fu neppure bisogno del bivacco di manipoli: la Camera fu abolita e ritornò vent'anni dopo sulle rovine del fascismo e della guerra.
In quel passaggio del 3 gennaio ´25 dalla democrazia agonizzante alla dittatura mussoliniana, gli intellettuali ebbero una funzione importante.
Alcuni (pochi) resistettero con intransigenza; altri (molti) si misero a disposizione.
Dapprima si attestarono su un attendismo apparentemente neutrale, ma nel breve volgere di qualche mese si intrupparono senza riserve.
Vedo preoccupanti analogie. E vedo titubanze e cautele a riconoscere le cose per quello che sono nella realtà. A me pare che sperare nel «rinsavimento» sia ormai un vano esercizio ed una svanita illusione. Sui problemi della sicurezza e della giustizia la divaricazione tra la maggioranza e le opposizioni è ormai incolmabile. Sulla riforma della Costituzione il territorio è stato bruciato l´altro ieri.
E tutto è sciaguratamente avvenuto sul «corpo ideologico» di Eluana Englaro. Non ci poteva essere uno scempio più atroce.

Un blog dalla faccia di gatto e non solo

Questo blog http://target.blogs.it/2009/02/07/in-trincea-5526675/
l'ho trovato interessante e utile. E voi?

Pietro

sabato 7 febbraio 2009

Festa della Mimosa di Pieve Ligure: il manifesto è taroccato

Il manifesto affisso che ha annunciato la Festa della Mimosa riproduce una piazza San Michele che non esiste più. La luce dorata del sole al tramonto illumina gli alberi che ora sono morti ad uno ad uno dopo i lavori di rifacimento della piazza. Al loro posto c’è un’orrida spianata di cemento con i suoi assurdi e inestetici ciambelloni che circondano aiuole piene d’erbacce e stentati alberelli scheletrici.
E’ un clamoroso falso in quanto è diffusione di immagini inesistenti a scopo propagandistico. Ossia pubblicità ingannevole o no?
Non possono permettersi di prendere per i fondelli i pievesi e i turisti che verranno domenica per la Festa della Mimosa in questo modo spudorato.

Pietro Tarallo

P. S. Ho scritto e diffuso in rete quanto sopra a titolo strettamente personale, come cittadino di Pieve Ligure indignato per tale comportamento scorretto.

Un sito da non perdere

Caro Pietro,

vorrei segnalarti questo gruppo di appassionati di fotografia che hanno -irritualmente- cominciato a discutere della situazione.
Sono ragazzi vicino ai 30 anni e -se dio vuole- sono SVEGLI!!!

http://www.flickr.com/groups/ghe_semmu/discuss/72157613361552011/

Con simpatia

Marco

E' davvero interessante e provocatorio. Molto di tendenza e poco paludato. Evviva. Fateci un viaggetto. Ve lo consiglio.

Pietro

venerdì 6 febbraio 2009

Il viaggio della Sinistra. Verso dove?

Ho iniziato questo colloqui in rete prima con gli amici e soci di Memorie & Progetti, l’associazione di Pieve Ligure di cui faccio parte e che cerca come può di arginare il saccheggio del paese opera di 20 anni di mala-amministrazione. A stimolarmi è stato uno scritto di Rossana Rossanda, lucido e impietoso come sempre.
Chi vuole dire la sua mi scriva su tarallo@libero.it oppure lasci un suo commento sul mio blog al sito www.pietrotarallo.it

Pietro Tarallo

6 febbraio

Di Pietro, narciso col coraggio che non ha la sinistra

Così scrive oggi Curzio Maltese su Il Venerdì di Repubblica: “…. È bene che Di Pietro esista, anche per ricordare al centrosinistra il suo principale vizio: una totale, rassegnata, penosa mancanza di coraggio. Non una volta, su un singolo tema, su uno dei valori fondanti e costituzionali, come il diritto al lavoro e la legge uguale per tutti, la laicità dello Stato e la libertà d’informazione, il centrosinistra ha saputo tenere il punto, magari con la forza di remare per una volta controcorrente. E’ divenuto sempre tutto trattabile, di fronte a un avversario invece tetragono nel difendere il principio essenziale: il proprio interesse…..”.


Elaborare nuovi progetti politici
Queste discussioni fra il PD e i morticini della Sinistra mi appassionano sempre meno. Il problema vero che ci deve inquietare è che per individuare (non risolvere!) le questioni politiche di oggi dobbiamo ancora contare sui grandi vecchi della Sinistra Storica che per ragioni biologiche stanno scomparendo uno dopo l'altro, con il risultato che tutti noi diventiamo sempre più orfani e privi di pensiero politico (ed è per questa mancanza che ci troviamo sempre più inseriti nel mondo berlsusconiano, anche senza volerlo!).
Ora, stimolato dalle osservazioni di Pietro e Bertorello, aggiungo che fin tanto che la Sinistra, invece di fare schiamazzi osceni per una rappresentanza politica che non merita (ma che Sinistra è questa che esattamente come la Destra estrema sembra riconoscere solo questo livello politico!), non si metterà a studiare (con l'umiltà necessaria) e a elaborare nuovi progetti politici - quello che il PD non sente il bisogno di fare nella sua subalternità all'orizzonte ideologico della Destra - non meriterà il mio voto (che in mancanza di meglio darò a Di Pietro sul quale sono d'accordo con le valutazioni di Bertorello e di Tarallo).
Massimo Quaini

Azionare lo sciacquone della Storia
No, non li ho visti, piacendaddìo. So, per lunga esperienza, che non sono il miglior spettacolo e quindi cerco di trattare al meglio di dono divino della vista. Ho capito che si parla di rendite di posizione, di sinistra, di opposizione...
Beh, per quello che può contare e che vi può interessare, dico la mia. Assisto con ipnotizzato terrore alla fagocitazione del Paese da parte dell'attuale maggioranza, che è mediaticamente molto efficace e riempiendosi la bocca (e riempiendo le orecchie a noi!) con la SICUREZZA, sicurezza, Sicurezza, sIcUrEzZa...
Questo tormentone sta portando il Paese ad essere presidiato dai militari, con buona pace di tutte le anime candide. Si dimentica, ad esempio, che la Sicurezza dei Cittadini è affidata (anche, sopratutto e con contraccambiato ed indefettibile affetto, ai Vigili del Fuoco, i quali invece vedono falcidiare da superiori esigenze gli stanziamenti a favore del loro SEMPLICE funzionamento...
Ma va beh, parliamo di opposizione: sarà poco fine, sgraziato, dotato un un italiano approssimativo, ma a me Di Pietro piace...
Se è giustizialista, i suoi detrattori cosa sono? Ingiustizialisti?
Però, il problema del Paese è la senescenza della classe politica; sono dell'idea che la sinistra (visto che "quegli altri" hanno un lider maximo che non pensa neanche all'idea di cedere il bastone del comando) se vuol SPERARE -e sarà dura, durissima!- di vincere le elezioni, dovrà riuscire a mandare fuori dai piedi i VECCHI, gli over50 (sto per compiere 54 anni e quindi NON sono parte in causa!) e trovare un giovane (anche un "bimbo" di 40 anni, andrebbe bene!), una specie di Obama made in Italy. Cosa può capire e sapere, un sessantenne (so che Veltroni non ha ancora compiuto i sessanta, ma a sentirlo parlar e si fa davvero fatica a crederlo! Che poi, se questo è "il migliore esponente della sinistra", tremo, pensando a quelli peggio di lui...), dei problemi degli italiani che cercano di organizzarsi una vita, di avere l'occasione ed il coraggio di mettere su casa, di accendere un mutuo, di progettare l'avere dei figli...
Dobbiamo avere il coraggio di... azionare lo sciacquone della Storia e liberarci di certi inamovibili barbogi onnipotenti, prima che la Storia scarichi anche noi nelle fogne.
Marco Pelizza
coundown@email.it
www.foto.genova.it


5 febbraio

Sinistra ultimo atto ?

Ma li avete visti martedì 3 in Piazza Montecitorio e al Parlamento? Sembravano un gruppo di disoccupati (neppure cassaintegrati) dell’Alitatia (?) che protestavano per difendere il proprio posto di lavoro. E si, perché in soldoni di questo si tratta. Giordano, Ferrero, Mastella, Craxi, Nencini…Storace, Buontempo…. Uniti nella lotta contro Veltrusconi. Erano tutti li con i loro cartelli e i loro volantini. Lo sbarramento al 4% è una polpetta avvelenata che li condanna alla disoccupazione a vita. Niente seggio a Strasburgo e niente rimborso elettorale milionario. Per Rifondazione si calcolano 4 milioni di euro… per cui botte da orbi fra Vendola e Ferrero.. Rimborso che sta molto a cuore a “nostri”. Per cui se non avranno più le nostre palanche di che camperanno? Detto per inciso: ma non avevamo votato il referendum per abolire il finanziamento ai partiti?
Hanno dato un triste spettacolo come i consiglieri regionali e provinciali liguri e comunali genovesi appartenenti sempre agli stessi micro partitini anche loro scesi sul sentiero di guerra come gli ultimi dei Moicani. I loro elettori (fra i quali ci sono stato anch’io in parecchie elezioni, non in quest’ultima in cui ho seguito l’onda del “voto utile” e mal me ne incolse) non c’erano a difendere il loro posto di lavoro. Perché? Mi auguro che abbiano imparato la lezione e, come scrive la Rossanda, facciano passare il giro delle europee, scendano fra noi, imparino a far politica con chi la fa veramente giorno dopo giorno nel mondo reale e non sotto l’obiettivo delle tv spazzatura che amano tanto, stiano nelle lotte che i comitati di base espressione della società civile portano avanti oscuramente e duramente, diano vita ad un PARTITO DELLA SINISTRA CHE NON SI RICONOSCA NEL PD, NON PIANGA E NON DICA COME E’ CATTIVO IL PD CHE LI HA FREGATI, SUPERINO LE RIVALITA’ E I PERSONALISMI, SMETTANO DI FARE I LEADER DEL NULLA O QUASI.
Mi pare che ci siano attualmente, se non sbaglio, 10 formazioni politiche che si contendono la coperta della Sinistra. E noi rimaniamo sempre nudi.
Altrimenti si cerchino un altro lavoro. Vero. Io “ho già dato” e anche troppo. E voi?

Pietro Tarallo
tarallo@libero.it
www.pietrotarallo.it

Sono assolutamente troppi

Buongiorno a tutti!
Con molto piacere intervengo nel dibattito proposto, anche se prevedo di suscitare forti critiche con quello che sto per dire!.
Sono assolutamente convinto che ben quattro formazioni alla sinistra del PD siano una follia!
PRC, SD, Verdi, Vendola, Comunisti It, e quant'altro, sono assolutamente troppi!
Avrebbe senso un'unica coalizione che allora potrebbe superare la più ché giusta soglia di sbarramento al 4%.
Per inciso, io la metterei anche al 5%, essendo un convinto sostenitore del maggioritario e del bipartitismo (o comunque della diminuzione dei vari partitini che assillano da anni l'Italia).
Esprimo anche un piccolo dissenso sulla politica di questi partiti di sinistra, ancorati su posizioni assurde per i tempi in cui viviamo (attendo le VS critiche)!
Quanto al PD, sono assolutamente rattristato e deluso per come si sta comportando, tanto da esserne immediatamente uscito (anche per motivi di lavoro, non solo politici) e fortemente convinto a non votarlo più!
La presenza al suo interno dei soliti noti che da 30 anni si occupano della cosa pubblica, il comportamento di alcuni esponenti di spicco e il modo di fare opposizione mi spingono a rifiutare qualsiasi adesione a questo movimento che, così come è attualmente organizzato, non è ne carne ne pesce.
Senza contare, almeno per quanto riguarda Genova e Liguria, la "pochezza" dei leader locali, con pochissime esclusioni!
Non sono neanche d'accordo sui giudizi relativi a "Criptonite" Di Pietro, che mi sembra coerente sulle posizioni anti berlusconiane da sempre accolte!
Non credo Di Pietro di destra e mi trovo d'accordo sul suo giustizialismo, del resto molto simile a quello leghista!
A volte mi sembra che sia l'unico che fa opposizione come si deve.
Se devo essere sincero le cose che dice Di Pietro vorrei sentirle dagli esponenti del PD, ma purtroppo non è così!
Mi spiace che l'uomo migliore del PD, ossia Veltroni, si sia bruciato (anche per colpa delle correnti interne) e di conseguenza rovinato per le prossime scadenze (future) elettorali. Questo è quello che penso!
Scusate la prolissità!
Vi abbraccio tutti, nella speranza di incontrarvi nei week end a Pieve anche per discutere di queste elucubrazioni!
A presto!

Federico Bertorello